Nato originariamente come simbolo di potere sia politico che religioso, la sua origine risale all’età del bronzo; un semplice cerchio liscio in legno, fibre vegetali intrecciate con strisce di pelle o in bronzo, sostituito poi dal ferro nell’omonima era.

I Micenei crearono bracciali d’oro a spirale o a nastro, incisi di forme geometriche dai magici significati

Gli Egizi e i Babilonesi indossavano, anche alle caviglie, spessi cerchi decorati con immagini mitologiche, incisi con smalti e incastonati di scarabei in turchese.

I Greci prediligevano invece i modelli detti “a rosario”; su cordoncini o fili d’oro infilavano perle, pietre, coralli.

Gli Etruschi, grandi orafi, mettevano i braccialetti all’omero sinistro; inventarono modelli splendidi, composti di scaglie incernierate l’una all’altra e impreziositi di avorio, ambra, vetro e corallo.

Celebre è il loro cosiddetto bracciale “chimera”, rigido, aperto e terminante con due teste affrontate: due di leone, o una di leone e l’altra di capra.

I soldati Romani si distinguevano per l’uso di “armillae” al braccio sinistro, alti, lisci e piatti cerchi in oro, simbolo del valore militare.

I patrizi sfoggiavano invece i “destrali”, bracciali più elaborati indossati rigorosamente al polso destro; molto raffinati erano considerati anche i “torques brachiali”, dalla forma di cordone attorcigliato.

Di quell’epoca è anche il bracciale “alla schiava”, a forma stilizzata di rettile arrotolato su se stesso, indossato esclusivamente dalle donne al di sopra del gomito.

Anche gli schiavi veri, poverini, avevano i loro bracciali: di metallo, fissati al polso e alle caviglie, muniti di un anello al quale, in caso di insubordinazione, venivano legati alla catena…