L’origine dell’anello è molto antica e risale all’età del bronzo, e già nella civiltà cretese-micenea divenne un oggetto prezioso e lavorato con accuratezza. Intorno al 1800 a.C. si diffuse l’uso dell’anello-sigillo di derivazione mesopotamica, come forma di sigillo per documenti, da cui deriverebbe il significato simbolico di autorità e autorevolezza che conservano ancora oggi quelli indossati da alti prelati.


E nell’Antico Testamento (Genesi 41, 41-42) un anello sanciva il passaggio ufficiale di potere: “Il Faraone si tolse di mano l’anello e lo porse sulla mano di Giuseppe”.

La sua forma circolare che ricorda l’Uroboro lo fa identificare come simbolo di eternità. Nell’antica Roma il diritto di adornarsi con anelli di ferro era inizialmente concesso ai soli sacerdoti di Giove: con il passare del tempo, però, tale onore venne esteso anche a cavalieri e senatori che però utilizzavano anelli d’oro (anulum aureum).


Nell’antica Roma si sancivano le unioni sentimentali con l’anello.
L’anulus pronubus era utilizzato per i fidanzamenti, il cingulum (o vinculum) era invece l’anello nuziale da infilare nell’anulare sinistro.